Sebbene il calcio sia spesso presente nei suoli in quantità teoricamente sufficienti, vi sono alcune condizioni fisico-chimiche che ne limitano fortemente l’assorbimento da parte delle colture, aumentando i rischi di carenze. Per esempio, un pH acido può ridurne l’assorbimento, ma anche nei terreni calcarei l’assorbimento di calcio risulta compromesso, soprattutto in condizioni di bassa evapotraspirazione.
Ciò crea la necessità di soddisfare le esigenze di calcio tramite specifiche applicazioni fogliari, prediligendo prodotti a elevata biodisponibilità e velocità di traslocazione nei diversi tessuti delle piante.
Fra i molteplici processi fisiologici in cui il calcio è coinvolto risultano quelli che amministrano la traslocazione dei carboidrati e l’assorbimento equilibrato di altri cationi come potassio, magnesio e ioni ammonio. In tal senso apporti mirati di calcio massimizzano l’efficienza di entrambi i processi, permettendo alle piante di contare sempre su una disponibilità equilibrata di nutrienti, come pure di sostenere al meglio dal punto di vista energetico alcune fasi particolarmente delicate del ciclo produttivo.
I benefici di una corretta concimazione calcica si apprezzano infatti già durante la fioritura, poiché la corretta disponibilità di calcio stimola lo sviluppo del tubo pollinico e quindi aumenta il tasso di fecondazione dell’ovario. Ciò migliora la fertilità e quindi l’allegagione.
Se invece le piante non ricevono la giusta quantità di calcio si possono verificare alterazioni cromatiche e strutturali a carico delle foglie, delle polpe e delle bucce dei frutti. Alterazioni, queste, che deprezzano i raccolti impattando significativamente la redditività aziendale.
Fra le fisiopatie più comuni si evidenzia per esempio il marciume apicale del pomodoro, il quale provoca estese macchie scure nelle bacche aumentando gli scarti alla raccolta. Nel caso del pomodoro da industria anche una bassa presenza di bacche colpite può deprezzare significativamente il prodotto al momento del conferimento ai centri di trasformazione.
Anche le colture frutticole possono soffrire di gravi fisiopatie da carenza di calcio. Nel melo si segnala la butteratura amara, mentre nel ciliegio si alza il tasso di cracking dei frutti in pre-raccolta. Le bucce sono infatti più fragili e non reggono alla pressione interna causata dal traslocamento di acqua ai frutti dopo intense piogge.
Gravi perdite in termini di scarti risultano anche a carico del nocciolo, coltura che patisce del fenomeno del “cuore cavo”, formandosi cavità o necrosi nella parte centrale del frutto. Infine, le insalate, le quali in caso di carenza calciche sviluppano bruciature dei lembi fogliari più o meno estese in funzione della gravità della carenza. Tale fenomeno è conosciuto come “tip burn” e aumenta anch’esso lo scarto alla raccolta abbattendo la plv aziendale.
Per soddisfare al meglio la domanda di calcio delle colture Sipcam Italia ha sviluppato Redcal, efficace fisioattivatore che offre i benefici di una equilibrata miscela di calcio e microelementi, la quale ottimizza l’assorbimento del calcio nella fase a cavallo della fioritura anche in condizioni climatiche sfavorevoli. L’assorbimento e la successiva traslocazione del calcio nelle piante viene esaltato dalla presenza del complesso fisiologico Ligand, appositamente studiato per aumentarne la biodisponibilità e l’efficacia.
Redcal supera quindi il semplice concetto di nutrizione calcica, agendo in veste di fisiostimolante a tutto vantaggio della conduttanza stomatica e dell’attività traspiratoria. Redcal modula inoltre l’espressione genica coinvolta nella risposta agli stress, soprattutto quelli idrici, salini e termici, sostenendo la pianta nei momenti critici del ciclo colturale.
In termini di composizione elementare, Redcal contiene Calcio (CaO) in ragione del 5%, la cui azione viene integrata dalla presenza di magnesio (2,1% di MgO), manganese (1,5%), zinco (0,5%) e boro, sebbene sotto la soglia di dichiarabilità in etichetta.
Redcal si applica per via fogliare già dalla fioritura delle colture arboree e della vite, somministrando 2–3 trattamenti alla dose di 3–4 litri per ettaro. Dosi da dimezzare in caso si adottino attrezzature che operano a volumi bassi o ultra-bassi. Le applicazioni precoci di Redcal rendono poi possibile ridurre le applicazioni successive di cloruro di calcio, abbassandole a 3-4 anziché 6–7.
In alternativa, Redcal può anche essere somministrato seguendo il metodo della concimazione frazionata a basse dosi. Per esempio, su vite Redcal può essere applicato a concentrazioni basse, pari al 2‰ della soluzione (200 ml/hl), effettuando 4–5 interventi cadenzati ogni 15 giorni a partire dalla pre-fioritura. In tal modo si esalta la capacità del calcio di contrastare gli stress dovuti alla siccità e di favorire qualità dei raccolti.