Mikonos Evo: l’innovazione contro il Cicloconio dell’olivo
Colture | 22 settembre 2025

Mikonos Evo: l’innovazione contro il Cicloconio dell’olivo

Vocato in special modo al controllo degli Oomiceti, ossia le peronospore delle varie colture, Mikonos Evo è la formulazione di Sipcam Italia che contiene 790 grammi per litro di fosfonato di potassio, sostanza attiva dalla duplice attività protettiva e per tale ragione inserito dal Frac in Gruppo P 07. Mikonos Evo è infatti in grado di ostacolare l’avanzata del patogeno agendo direttamente sulle sue membrane cellulari, inducendo al contempo la produzione delle difese naturali della coltura. Ciò fa del prodotto un eccellente strumento da usare in chiave preventiva. Un valore aggiunto che si può applicare anche per il controllo del Cicloconio dell’olivo.

Massima flessibilità in miscela

Dotato di eccellente selettività verso le colture autorizzate, Mikonos Evo si presta ottimamente all’uso in miscela con molteplici partner fungicidi a differente meccanismo d’azione, migliorando l’efficacia di quelli a reazione alcalina grazie al suo pH compreso fra 4 e 5.

Comportamento nella pianta

Mikonos Evo per il controllo del Cicloconio dell’Olivo

Grazie alla sua elevatissima solubilità e alla sistemia acropeta e basipeta, il fosfonato di potassio penetra e diffonde rapidamente nei tessuti della coltura, sfuggendo in tal modo agli eventi dilavanti e proteggendo anche i nuovi germogli e le femminelle cresciute nei giorni successivi al trattamento.

La sua spiccata azione endoterapica integra quindi l’efficacia di prodotti che agiscono per contatto o per via citotropico-translaminare, contribuendo anche a migliorare le più razionali strategie anti-resistenza.

Che cos'è l'Occhio di Pavone o Cicloconio

Oltre all’impiego contro le peronospore della vite e di molteplici colture orticole, Mikonos Evo trova impiego con successo anche in frutticoltura, ove contribuisce al controllo della Ticchiolatura. In olivicoltura il patogeno target è invece Cycloconium oleaginum (Spilocaea oleagina), malattia chiave della coltura conosciuta anche come Occhio di pavone.

Sintomi e danni: come riconoscere la malattia

L’Occhio di pavone è la malattia fungina più diffusa e pericolosa nei principali areali olivicoli italiani. Le infezioni sono favorite in special modo da condizioni di elevata umidità e da bagnatura prolungate delle foglie in presenza di temperature fra i 7 e i 25°C. Condizioni che di norma sono più frequenti in primavera e in autunno, trovando in estate una pausa dovuta alle alte temperature e alla scarsità di pioggia.

Strategie di Lotta integrata per il controllo dell’Occhio di Pavone

Nei momenti più favorevoli al patogeno, questo si manifesta sulle foglie dopo un iniziale periodo di incubazione di circa 15-30 giorni, fase dopo la quale il fungo colonizza la pagina superiore delle foglie generando macchie bruno-scure che si ampliano ed assumono la caratteristica colorazione e morfologia da cui la malattia prende il nome. Ciò va a svantaggio della normale attività fotosintetica e in caso le infezioni siano significative il patogeno arriva a provocare la caduta anticipata delle foglie.

La filloptosi che ne consegue mortifica i normali processi metabolici della pianta e ciò riduce significativamente i raccolti, sia dal punto di vista dei quintali di olive, sia in termini di quantità e qualità dell'olio.

Il controllo di questa malattia negli oliveti è solitamente affidato a formulati a base di rame, con interventi posizionati prima della ripresa vegetativa a circa 15-20 giorni dalla fioritura. Queste prime applicazioni sono di norma seguite da altri trattamenti effettuati tra fine estate e inizio autunno, cioè quando sulle foglie si evidenziano le prime macchie di sporificazione del fungo.

Mikonos Evo supera la prova del campo

Per innalzare ulteriormente l’efficacia dei programmi di difesa contro l’Occhio di pavone Sipcam Italia ha sviluppato una specifica attività sperimentale su questo patogeno, confermando il valore tecnico di Mikonos Evo quando inserito nelle strategie fungicide. Gli ottimi risultati di questa sperimentazione sono stati anche inclusi negli atti giornate fitopatologiche anno 2024, contribuendo alla diffusione delle più utili informazioni sul corretto utilizzo del prodotto negli oliveti.

Fra i molteplici vantaggi offerti da Mikonos Evo spicca infatti la perfetta selettività verso la coltura, permettendo il controllo della malattia senza generare ulteriore filloptosi come generalmente avviene applicando i formulati a base rameica. Per tali ragioni Mikonos Evo è stato inserito nei Disciplinari regionali di Lotta integrata per il controllo del Cicloconio dell’Olivo.

Dosi e momenti di impiego

Al fine di sfruttare al meglio le peculiarità tecniche preventive di Mikonos Evo, i primi trattamenti vanno posizionati fra l’inizio della ripresa vegetativa e la fase della mignolatura. Quanto a dosi di impiego, va utilizzata una dose compresa fra 150 e 250 millilitri per ettolitro di acqua, adottando volumi di irrorazione fra gli 800 e i 1.000 litri per ettaro in funzione della massa delle chiome da trattare.

Ciò corrisponde a una dose per ettaro compresa fra 2 e 2,5 litri, dose quest’ultima da adottare in caso di forti attacchi. In seguito, all’invaiatura delle drupe, è possibile applicare ancora Mikonos Evo in miscela con formulati rameici. Il tutto, rispettando il numero massimo di tre applicazioni per stagione, rispettando un intervallo di sicurezza pari a 15 giorni.

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