La pratica del diserbo nei sottofila di vite e colture frutticola viene di norma avviata a fine inverno, ossia al momento della ripresa vegetativa delle malerbe. A queste prime applicazioni potranno poi seguirne altre in primavera/estate, magari con prodotti ad attività spollonante, oppure tramite attrezzature meccaniche specialistiche. Ciò al fine di alternare le metodiche di controllo delle infestanti, migliorando sia l’efficacia delle strategie di diserbo, sia il profilo ambientale delle colture in termini di sostenibilità.
Una nuova finestra applicativa si sta però affacciando al panorama malerbologico nazionale, ossia il diserbo autunnale, quando vite e colture frutticole hanno ormai terminato il ciclo produttivo e si avviano al riposo invernale. Tali applicazioni necessitano ovviamente di soluzioni di buona persistenza, capaci di impedire la germinazione delle malerbe per alcuni mesi. La pratica del diserbo autunnale di vite e fruttiferi permette infatti di condizionare significativamente la flora spontanea, amplificandone il controllo e semplificando al contempo le successive pratiche di diserbo, chimico o meccanico, dell’anno successivo.
Candidato ideale per questo nuovo approccio nei diserbi è Rexxar, soluzione di tipo residuale le cui caratteristiche tecniche ne valorizzano l’impiego autunnale in associazione con altri erbicidi residuali o fogliari, questi ultimi capaci di eliminare la vegetazione eventualmente presente al momento del trattamento. La scelta dei partner va sempre valutata in funzione della flora presente al momento dell’intervento.
Rexxar è un diserbante selettivo utilizzabile nei vigneti e nei frutteti per il controllo di infestanti annuali, sia graminacee sia dicotiledoni. Formulato come sospensione di capsule contiene 360 grammi per litro di clomazone ed è autorizzato su vite, olivo, pomacee, drupacee, agrumi, frutta a guscio e actinidia.
La sua sostanza attiva offre un meccanismo d’azione unico nel panorama malerbologico italiano, essendo al momento clomazone il solo esponente autorizzato a livello nazionale della famiglia chimica degli isossazolidinoni (Gruppo Hrac 13). Sulle infestanti clomazone agisce infatti inibendo l’enzima deossi-D-xilulosio fosfato sintase, in acronimo DOXP, intermedio chiave nella biosintesi dei carotenoidi. Ciò consente a Rexxar di esplicare pienamente la propria azione anche su infestanti divenute nel tempo resistenti a sostanze attive appartenenti ad altre famiglie chimiche.
Nello spettro d’azione di Rexxar ricadono molte fra le più comuni specie di malerbe a foglia stretta e a foglia larga. Fra le prime si annoverano Giavoni (Echinochloa crus-galli e Panicum dichotomiflorum), Pabbio (Setaria sp.) e Fienarola (Poa annua).
Fra le infestanti dicotiledoni risultano sensibili Cencio molle (Abutilon theophrasti), Erba morella (Solanum nigrum), Erba Porcellana (Portulaca oleracea), Farinello comune (Chenopodium album), Calendula (Calendula arvensis), Aspraggine (Helminthotheca echioides), Centocchio (Stellaria media), Falsa ortica (Lamium amplexicaule) e Senape (Sinapis alba).
Le applicazioni di Rexxar permettono inoltre di condizionare e limitare le proliferazioni di alcune infestanti mediamente sensibili alla sostanza attiva. Fra le graminacee tale effetto si apprezza soprattutto su Digitaria e Loglio. Fra le dicotiledoni si mostrano invece mediamente sensibili Amaranto, Stoppione, Ruchetta, Geranio, Malva, Senecione, Grespino, Tarassaco, Veronica, Borsa del pastore, Lattuga selvatica, nonché due infestanti che spesso risultano di difficile controllo come Saeppola canadese e Cipero, con la prima che già mostra resistenza a glifosate in diversi areali di coltivazione.
Diverse prove di campo sono state svolte per misurare i vantaggi delle applicazioni autunnali di Rexxar nei sottofila di vigneti frutteti. L’evidenza più consistente che emerge dall’elaborazione dei dati è quella relativa alla maggiore efficacia di Rexxar quando impiegato in autunno, ossia nella finestra temporale a cavallo della fase di caduta foglie, con l’unica avvertenza di non applicare Rexxar quando siano presenti tappeti di foglie nei sottofila.
Nei diversi appezzamenti sperimentali la persistenza di Rexxar è rimasta apprezzabile in media fino a 150 giorni dall’applicazione, in particolare sulle malerbe microterme autunno vernine, sia a foglia larga sia a foglia stretta. Ottimi sono stati infatti i risultati su Loietto e Poa, fra le graminacee, e Geranio, Veronica, Senecio e Borsa del pastore tra le dicotiledoni.
Altro dato rilevante, il netto incremento di efficacia di Rexxar quando associato ad altri residuali che consentono di ampliare l’efficacia e la persistenza su numerose dicotiledoni. Inoltre, su alcune infestanti è emerso un chiaro vantaggio quando Rexxar viene impiegato in strategia con erbicidi ad attività fogliare, capaci di compire anche malerbe già presenti al momento del trattamento.
L’ottima persistenza di Rexxar permette inoltre di arrivare alla ripresa vegetativa con un bassissimo livello di infestanti, sia per quantità, sia per grado di sviluppo. Ciò consente un migliore effetto da parte di erbicidi fogliari come Brixton, a base del graminicida cletodim, o Revolution, contenente pyraflufen etile ad azione sia erbicida sia spollonante.