Sipcam Italia investe 5 milioni di euro in ricerca genetica per sostenere l'Italia e la "Po Valley" nel diventare aree d'eccellenza della produzione di soia di qualità.
Parlare di soia in Italia sta divenendo ogni giorno sempre più importante. Da un lato i cali continui degli ettari investiti a mais stanno "liberando" superfici utilizzabili altrimenti, dall'altro la dipendenza sempre più elevata verso i mangimi esteri a base di soia che grava sulle filiere zootecniche italiane.
La soia con più di 120 milioni di ettari coltivati è la prima fonte di proteine vegetali al mondo. Nord e Sud America, con oltre il 75% del totale, sono le aree più importanti di coltivazione. L'Europa, secondo importatore mondiale dopo la Cina, ne importa il 90% del proprio fabbisogno, circa 32 milioni di tonnellate annue, per le sue filiere di produzione per il consumo umano e animale. L'Italia è il paese dell'Unione europea con la maggiore superficie coltivata a questa coltura: circa 350mila ettari.
La soia ha oggi un ruolo decisivo nella produzione proteica sostenibile per i 7,4 miliardi di abitanti della terra, i quali è previsto saliranno a nove entro il 2050. Può cioè contribuire a sradicare, come vorrebbe l'Onu, il problema della fame nel mondo che riguarda 800 milioni di persone. I semi di soia, infatti, non solo contengono la maggiore quantità di proteine tra i vegetali coltivati, circa il 40%, ma sono anche di ottima qualità, le più vicine a quella della carne.
La produzione delle proteine da soia, inoltre, richiede un consumo molto minore di risorse rispetto alla produzione di proteine animali come quelle derivanti da carne e pesce. La soia, infine, come tutte le leguminose, è in grado di fissare l'azoto direttamente dall'atmosfera riducendo notevolmente la necessità di concimazioni chimiche. Gli sviluppi dell'agricoltura, della zootecnia e della meccanizzazione hanno portato a un business dell'alimentazione che oggi vale, a livello mondiale, 5mila miliardi di dollari.
Ciò pesa anche sull'ambiente: oggi ci sono più di 27 miliardi di animali nel mondo, che immettono gas serra in atmosfera, un numero quadruplicato rispetto a quello rilevato nel 1960. Nello stesso periodo la produzione annuale di carne è cresciuta di quasi cinque volte e quella di soia è aumentata di quasi 11 volte, avendo la sua applicazione principale nell'alimentazione animale (il 75% del totale).
Un ulteriore impatto sull'ambiente è anche dato dall'intensificazione dell'acquacoltura che oggi fornisce il 50% della produzione ittica, fonte di proteine animali per tre miliardi di persone, mentre ancora futuribile si presenta come fonte credibile a basso costo di proteine l'uso di insetti.
"Crediamo che l'Iot, o Internet of things – afferma Piero Ciriani, direttore del business sementi di Sipcam Italia - abbia un grande potenziale in agricoltura e nella coltura della soia nello specifico: collegare e far dialogare diversi strumenti e tecnologie per fornire informazioni facilmente fruibili rappresenta un vantaggio competitivo per gli imprenditori agricoli. Utilizzando il precision farming possiamo rilevare migliaia di dati e informazioni sulla quantità e qualità dei raccolti collegate alle caratteristiche di ogni singolo appezzamento portando nelle aziende agricole le informazioni e le esperienze che normalmente si ottengono nei centri di ricerca. Grazie al Dds, acronimo di Decision support system, potremo rendere queste informazioni facilmente fruibili da tutti gli agricoltori aiutandoli a utilizzare meglio prodotti e tecniche agronomiche con l'obiettivo di armonizzare miglioramento delle produzioni e rispetto dell'ambiente".
Da parte sua Nadia Gagliardini, presidente di Sipcam, sostiene: "La richiesta di produrre più proteine è in costante aumento a livello mondiale per la crescita della popolazione e il miglioramento delle condizioni generali di vita. Non c'è dubbio che avremo bisogno di sempre maggiori quantità di proteine, ma dovremo anche pensare a un uso razionale delle risorse necessarie per produrle, al rispetto degli ambienti dedicati alla produzione, alla qualità delle produzioni che, una volta trasformate, devono rispondere alle esigenze alimentari in continua evoluzione. Consideriamo la soia una coltura strategica per l'agricoltura e gli agricoltori italiani e abbiamo deciso di investire per portare innovazione, puntando su produzioni di altra qualità e sostenibili dal punto di vista economico, agronomico e ambientale".