Riso in asciutta e diserbi anti resistenza
Colture | 13 marzo 2023

Riso in asciutta e diserbi anti resistenza

Semina del riso a file interrate e diserbi di pre-emergenza.

Le crescenti difficoltà nel controllo delle erbe infestanti ha stimolato la ricerca di nuove tecniche di coltivazione. La diffusione di popolazioni spontanee resistenti agli erbicidi ha infatti indotto tecnici e agricoltori a rivedere l’approccio alla semina e alla gestione complessiva delle risaie. L’innovazione che meglio si presta in tal senso è quella della semina in asciutta, altrimenti nota come semina a file interrate.  

Risaie asciutte o sommerse: vantaggi a confronto

Le risaie condotte secondo la tecnica convenzionale, con le camere soggette a sommersione, rappresentano la tradizione in risicoltura. Negli ultimi 15 anni circa si è affermata una tecnica ad essa alternativa, ovvero quella basata sulla semina in asciutta, la cui prima comparsa in veste di novità agronomica risale però ai primi anni ‘90. Oggi, su quasi 230mila ettari a riso in Italia, il 55% circa è coltivato con questa tecnica, la quale differisce da quella convenzionale in acqua sotto molteplici aspetti.  

La semina con risaie sommerse richiede la livellatura del terreno tramite lame a controllo laser e l’uso di spandiconcime in luogo delle seminatrici di precisione. I semi vengono cioè gettati per caduta verso il terreno in ragione di 140-190 chili per ettaro a seconda delle varietà prescelte e degli obiettivi produttivi. Le camere vanno sommerse con livelli di acqua di 3-5 centimetri, fatto che richiede l’allestimento dei trattori con ruote dentate di ferro. La sommersione garantisce ai semi una maggiore stabilità termica, grazie alla quale la germinazione può avvenire nel volgere di 6-8 giorni a seconda delle condizioni di campo.  

La semina a file interrate, o semina in asciutta, prevede una dose di semente minima di 100 kg/ha e permette notevoli risparmi in termini di lavorazioni del terreno e di usi dell’acqua. Inoltre, facilita le rotazioni colturali. Questo tipo di pratica agronomica prevede infatti il riso seminato a 2-3 centimetri di profondità, utilizzando le comuni seminatrici da frumento. Ciò consente anche di impiegare erbicidi differenti da quelli normalmente impiegati in caso di risaie sommerse. La sommersione delle camere avverrà infatti solo quando la coltura avrà raggiunto lo stadio di 3-4 foglie.  

Gestione delle erbe infestanti: Bismark, il pre-emergenza che risolve

Rispetto alla semina in risaia sommersa, la semina a file interrate consente un miglior controllo di alcune infestanti particolari, a partire da quelle più tipicamente acquatiche. Trattasi di specie come alismatacee, ciperacee e butomacce, nonché Hereanthera spp.  

Comunque complessa rimane però la gestione delle altre infestanti, ovvero quello non squisitamente tipiche delle risaie in sommersione. In tale gruppo di malerbe risultano per esempio i giavoni e la sorghetta, comuni anche alla coltura del mais con cui il riso può essere messo facilmente in rotazione. A queste si aggiungono poligonacee e chenopodiacee. Ciò rende quindi necessari anche diserbi di post-emergenza a completare la difesa della coltura. 

Il diserbo del riso deve però tenere conto non solo della composizione della flora infestante, bensì anche delle condizioni climatiche. Inoltre, deve sempre coordinarsi con la gestione dei livelli di acqua, al fine di ottimizzare i risultati malerbologici.  

In tal senso, la semina in asciutta permette di applicare in pre-emergenza degli erbicidi efficaci e differenti per modo d’azione rispetto ai diserbanti comunemente impiegati su riso in post-emergenza. A conferma, Sipcam propone Bismark, miscela a due vie a base di clomazone (55 g/L) e pendimetalin (275 g/L).  

Forte di una formulazione speciale e brevettata, in forma di liquido microincapsulato, Bismark rilascia gradualmente un bilanciato apporto delle due sostanze attive. Applicato in pre-emergenza del riso, alla dose di 3 litri per ettaro, Bismark controlla efficacemente un ampio spettro di erbe infestanti: 

Fra le graminacee: Alopecurus, Digitaria sanguinalis, Echinochloa crus-galli, Panicum dichotomiflorum, Setaria sp. e Sorghum halepense.  

Fra le dicotiledoni: Abutilon theophrasti, Datura stramonium, Galinsoga parviflora, Solanum nigrum, Galium aparine, Mercurialis annua, Matricaria chamomilla, Portulaca oleracea, Polygonum persicaria, Polygonum lapathifolium, Polygonum aviculare, Chenopodium album, Fallopia convolvulus, Capsella bursa-pastoris, Senecio vulgaris, Stellaria media, Sonchus sp. e Veronica persica. 

Gestione integrata tramite lavorazioni meccaniche

Le più moderne pratiche di difesa integrata delle colture prevedono anche l’impiego di attrezzature meccaniche per la rimozione delle malerbe. Ciò permette anche di ricorrere a un modo d’azione di tipo fisico, contribuendo alle più efficaci strategie anti-resistenza.  

Sul mercato sono ormai disponibili differenti tipi di attrezzature idonee al diserbo meccanico, il cui impiego è reso possibile proprio dalla semina a file, più ordinata spazialmente rispetto a quella a spaglio. Gli organi meccanici possono infatti agire fra le file della coltura, eliminando le malerbe ivi presenti senza danneggiare il riso.  

Il riso crodo: problema con diverse soluzioni.

L’infestante più difficile da controllare in risaia è il riso crodo, poiché ciò che elimina questa malerba uccide anche la coltura. Diversi gli approcci da seguire: il primo è quello della falsa semina, allagando le camere al fine di fare emergere le malerbe, crodo incluso, applicando poi su di esse degli erbicidi totali, come per esempio glifosate. Tale tecnica implica però un ritardo nella semina vera, sottraendo quindi diverse settimane al ciclo colturale e obbligando a scegliere varietà precoci che patiscono di una minore produttività. In alternativa è possibile seminare varietà di riso create e selezionate per essere resistenti a erbicidi che normalmente danneggerebbero anche la coltura, come per esempio imazamox. In tal caso, è possibile seguire la tecnica della semina in asciutta, controllando in pre-emergenza la maggior parte delle infestanti, delegando altri erbicidi di post-emergenza al controllo del riso crodo e delle malerbe eventualmente sfuggite al primo passaggio.

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